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Il presente studio è incentrato sull'orazione inaugurale "Dell'origine e dell'ufficio della letteratura", pronunciata da Ugo Foscolo a Pavia nel 1809, all'inizio della sua breve, ma intensa esperienza come professore di eloquenza. La fitta rete di suggestioni filosofiche, letterarie e storiche è dipanata avvalendosi dei principali studi critici sull'argomento, che fungono da sostegno alla personale lettura dell'autore, intento a mettere in risalto i contenuti pedagogici del discorso foscoliano, già evidenti nel titolo. Emerge così un aspetto inedito dell'autore dei "Sepolcri", che arricchisce e completa il ritratto del poeta e del critico: quello di intellettuale sensibile alle correnti più vive del pensiero europeo, dal sensismo al meccanicismo, passando per l'illuminismo ed il romanticismo, oggetto quest'ultimo di una insanabile antipatia. Accanto al Rousseau, la cui "Nouvelle Héloïse" fu modello dell'"Ortis" insieme ai "Dolori del giovane Werther", compaiono Hobbes, Locke, Hume e Vico, la cui Scienza Nuova fu molto apprezzata dal Foscolo.